domenica 23 marzo 2014

Tutti a balla'!!!

Quando ti metti in fila all'una di notte per poter entrare in una discoteca hai tutto ben chiaro: lo fai per andarti a divertire, muoverti sentendoti libero di farlo, fregandotene della gente che ti vedrà e giudicherà le tue mosse un po' dinoccolate e talvolta poco etero. Non ti interessa, tu vai lì per fare due salti e divertirti con gli amici, e poco importa se alla fine nessuna avvenente ragazza poco vestita si avvicinerà per ballare con te o darti il suo numero; l'importante è passare un po' di tempo in pace con noi stessi, convinti che quello che stiamo facendo lo facciamo davvero per sentirci un po' più tranquilli.

Così fai la fila per entrare in un locale così mondano che in confronto la serata degli Oscar è la sagra del carciofo di Sezze. Al freddo, ovviamente, perché hai lasciato il cappotto in macchina perché sarebbe stato un ingombro eccessivo portarselo dietro.
Una volta entrato, capisci che la fila che hai fatto molestato dal vento e seguendo nel frattempo la conferenza sui disagi creati ai capelli da esso misto a pioggia, tenuta da tutte le persone senza cromosoma Y, ne è senza dubbio valsa la pena: cazzo, c'è tutta la città in questo posto, di sicuro è fico! E non importa del mal di schiena, mal di gola, cagarella e congiuntivite che inesorabilmente avrai l'indomani: l'ambiente è fichissimo, che te frega!
Passati quei 4-5 minuti di stupore misto ad entusiasmo per il posto così esclusivo, inizi a realizzare che sta succedendo davvero, ci sei anche tu in quel posto in quel momento, a rischiare di perdere qualche falange per assideramento.



Così tutti, si decide di dare inizio alle danze, si fa una cordata per rimanere uniti e nel caso far sapere a tutti se l'ultimo è rimasto incastonato tra i trentenni che si atteggiano ad adolescenti new-age e un branco di 19enni che hanno deciso di folleggiare invece di rimanere a casa a studiare per la maturità. Però ti accorgi che fa troppo caldo, e quel tepore iniziale che ti ha aiutato a non rimanere congelato per tutta la serata ormai si è tramutato in un vento infernale che fa incredibilmente prendere fuoco a maniche e scollature di indumenti da donna. Essendo l'ultimo e volendo far presente al capofila la tua intenzione di fare dapprima una sosta al guardaroba per poi far iniziare davvero la serata, acchitti sul momento una sessione rapida del gioco del telefono in cui la frase "fermiamoci al guardaroba" arriva all'apripista come "Zagabria è la capitale della Croazia". Ma essendo il primo della fila un esperto di quel posto, avendone viste di tutti i colori ed interpretate tutte le lingue autoctone, nonché testate la metà, capisce il significato intrinseco della frase che gli viene riferita dal suo vice e si presenta quindi alla linea per poter finalmente lasciare la giacca nella speranza, se non di ritrovarla pulita, almeno che non venga utilizzata per trasportare il ghiaccio da una sala all'altra o per asciugare per terra.
Perfetto, ora sei tranquillo, ti senti carico ed in forma, niente ti può fermare, ti sei addirittura arrotolato le maniche della camicia per risultare più affabile: sei perfetto; dovrai solo controllare tutte le tasche ogni 30secondi per vedere se sei ancora il possessore della tua patente e/o testare finalmente se sto cazzo di FIND MY iPHONE funziona davvero, ma sei perfetto.

Ma prima di cominciare a ballare c'è bisogno di uno starter, per rompere più agilmente il ghiaccio. E così il capo, da veterano pluripremiato, propone di usufruire già da subito del buono consumazione che ci hanno gentilmente distribuito all'entrata per bilanciarci a terra nel caso dovessimo volare via come un palloncino all'elio, considerando di quanta zavorra dal portafoglio ci hanno alleggeriti. E allora via si riparte alla volta del bar più vicino per prendere una soddisfacente dose di ghiaccio servito in un comodo bicchiere di plastica, ma cazzo se sembra proprio vetro! Scommetto che è con questi espedienti che attirano tutta questa gente, mica cazzi. Prima di arrivare però incappi nella prima problematica della serata che è quella della probabile moltitudine di accuse per molestie sessuali che potresti ricevere per via dei molteplici stupri involontari di cui sei l'artefice. Ma anche vittima. Quindi niente, problema risolto. Malfidato!
Preso il bicchiere col ghiaccio, ti dici che cazzo è così bello, non voglio farlo sciogliere. Perciò via, si esce e si cerca di bere quel poco che c'è dentro. Nel frattempo il primo giro del locale è terminato e sul tabellone luminoso compare il nostro tempo: 22 minuti 41secondi. Non è record di pista, ma comunque un buon tempo.

Facendo affidamento alle doti di cercatore di posti idonei al moto, il nostro capo ci riconduce all'interno delle sale per dare finalmente un senso alla serata. Dopo vari tentativi andati a vuoto arriviamo finalmente in una sezione dove c'è meno gente e riesci a muoverti facendo a meno di insistere con i movimenti da affresco egizio. E sei stato fortunato, non c'è un cazzo da fare! In questo piccolo paradiso danzesco ci siete solo voi. Riesci addirittura a non sembrare frocio strisciandoti col vicino di spalla che evidentemente ci sta prendendo gusto. Ci siete voi ed il tizio che sembra un incrocio tra babbo natale e Albert Einstein. E accidenti se sembra di essere ad un party in spiaggia: riesci persino a vedere in lontananza un’orca, che tuttavia non ha perso la sua P, danzare su un tavolo e sentire la risacca della marea di cocktail caduti per terra, neanche stessi sul bagnasciuga di Ostia. Che poi da dove usciranno fuori ‘sti cocktail, boh!

Ma finalmente ce l'hai fatta, sei lì e puoi goderti la serata, inebriandoti con la quantità di ormoni secerniate dalle ascelle di qualche playboy spelacchiato senza nemmeno un bottone sulla camicia, oppure facendoti confondere i sensi da qualche sensuale creatura che ti fa girare la testa e che ha deciso che il modo migliore di passare la serata è portare dei tacchi che farebbero un bel culo anche ad una racchetta da tennis. E senza intimo ovviamente, poi troppo lunga la trafila del togli/rimetti nel caso ci si volesse ammucchiare. Ma tu stai per conto tuo, vuoi mantenere quel fascino un po' noir del ragazzo maledetto, e quindi cerchi di non cedere alla tentazione di guardare in giro la quantità imbarazzante di patata che cammina e ti concentri sulla tua amica che non vedi da molto ma che stasera ha deciso di uscire anche con te; e che tra l'altro è una gran figa. E che ovviamente sta ballando con un altro.

Sono passate ormai due ore, se non di più, e la vescica è diventata grande come un pallone da basket, perciò ti accomiati per un attimo dalla combriccola seguendo l'odore di piscio e vomito che aveva bussato al tuo naso nel corso del terzo giro. Quando arrivi non ti stupisci che la fila si confonda con quella per il ghiaccio. Qualche minuto per riuscire ad orientarsi ed eccoti lì a fare piccoli passi verso la porta nera che nasconde questo oggetto utilizzato poco dal popolo locale, che molto probabilmente non ha ancora capito che va usato al centro e non intorno; eppure sono tutti provvisti di uno smartphone per documentare la serata ed informare gli amici su Facebook, potrebbero anche usarlo per guardare un tutorial su youtube. Insomma mica devono diventare tutti del Robin Hood del cesso, ma almeno avvicinarsi al bordo, ecco. Mi sa che quel ghiaccio non aumenta la precisione. Chissà cosa succederebbe nel caso debbano fare centro in qualcosa di leggermente meno capienteMA QUESTO NON CI INTERESSA. Destreggiandoti tra alcuni tipi che ci sono evidentemente andati giù pesanti con questo cazzo di ghiaccio, che cercano di superarti in tutti i modi ed altri che invece litigano su chi abbia o meno la precedenza per pisciare per terra, arrivi in questo ameno luogo in cui il pavimento arancione lo si indovina solamente dalle impronte lasciate da alcune scarpe al loro passaggio su questo suolo bagnato, ma che è lontano anni luce dall'essere ricoperto da qualcosa di liquido. Ma si sa, il nero sta bene su tutto, specialmente se è una poltiglia che ti aspetti stia per parlarti da un momento all’altro, su un pavimento arancione.

4 minuti e mezzo dopo sei già pronto a riprendere a ballare, ma stavolta cambiate posto, lì è troppo tranquillo. Giustamente decidete di spostarvi verso le casse, e ti chiedi "ma non avevamo già pagato?" quando ti viene fatto presente che invece sono quegli oggetti da cui esce tutto quel frastuono. Perché non c'è miglior modo di concludere la serata se non quello di spararsi dell’ottima musica nelle orecchie per continuare a sentirla in caso di blackout. Potrebbe anche essere l'occasione per ballare solo per il gusto di farlo, mettendo da parte tutti i pensieri che ti turbano, ti dànno fastidio; tutti i pensieri che non vuoi fare e tutte le persone a cui non vuoi pensare. Chiudi gli occhi e per un attimo PUF non esistono. Ed è così davvero. Fino a quando non riapri gli occhi e scopri che tutti i tuoi amici si sono accoppiati e sei rimasto solamente tu a ballare solo.
Ma ormai è tardi, se ne stanno andando tutti ed è effettivamente ora di ritornare a casa. Ritiri la giacca e vi avvicinate alla macchina. Non senti nulla, tutti i suoni ti sembrano lontani centinaia di metri e comunque ricoperti di gommapiuma. L'unica cosa che riesci a sentire distintamente è un fischio costante nella testa, sintomo che le casse hanno fatto il loro sporco lavoro.

Sali in macchina e vieni travolto da tutti i pensieri che avevi provato a mettere in un angolo durante tutta la serata, e pensi che no, non sei stato bene. E non è colpa né della compagnia né del programma, di per sé entrambi validi.

Mentre arrivi a casa, giusto il tempo di aprire e buttarsi sul letto e sorge il sole.
Visto che a qualcosa è servito andare in discoteca?!

1 commento:

  1. È impressionante come tu sia riuscito a descrivere le stesse sensazioni che provo nel frequentare questi locali. Esci di casa contento, ti guardi allo specchio soddisfatto, "Stasera sarà una serata diversa, quella giusta", carico a mille. Vai in discoteca, le 2/3 ore in cui rimani chiuso tra quelle quattro mura ti servono per annegare i pensieri, ma appena metti piede fuori dal locale sei investito dalle paranoie di sempre, frutto del bilancio fallimentare della serata. Avresti potuto divertirti, ma non l'hai fatto. E gli altri invece sì, gli altri si sono divertiti.

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