lunedì 25 marzo 2013

Innamorarsi Lontani


Inizi a leggere, leggermente controvoglia, il testo di uno sconosciuto che scrive per conto suo, di affari suoi, di suoi aneddoti. Man mano che scorri i periodi, che vai avanti, ti rendi conto che quello che stai leggendo ti affascina un po'.
Ti adagi sulle frasi di questo Nessuno e ti lasci cullare, seguendo il suono cavernoso ed intrinseco che esse lasciano rimbalzare nella tua mente; ti lasci prendere, ti lasci sbandierare da quello che c'è scritto, donandogli un significato solo tuo, differente da quello che l'autore voleva dare, ma non per questo meno puro o ragionevole - d'altronde è per questo che si scrive, per donare emozioni, o cercare di raccoglierle, e poco importa se sono discordanti da quelle che si avevano in mente al momento della stesura. Dopotutto una canzone può sembrare allegra in un momento, e dolorosamente triste l'attimo successivo o tra un mese; così come un colore può sembrare malinconico o brillante a seconda del nostro stato d'animo; ed una fotografia in bianco e nero può esprimere facilmente il calore.
Un istante dopo oscilli tra i significati che quelle parole, disposte, magari anche scelte, in un modo così particolare, suscitano in te, per creare quindi una nuova impressione. Ormai sei lì dentro, vuoi farne parte e non puoi uscirne: ti sei fatto rapire. Non te ne accorgi, ma se anche così non fosse non sarebbe un problema, perché quel momento è esattamente come vorresti che fosse; sei proprio dove vorresti essere. Trasportato in un mondo parallelo, che anche se esiste solo su un foglio o su uno schermo, vive davvero. È il tuo mondo, proprio il tuo in quel momento e non vuoi che nessuno ti disturbi, o meglio, non permetterai a nessuno di alterartelo.
Il bello è che ogni persona che legge qualcosa crea il suo mondo, generato dal suo punto di vista, dalle sue impressioni, dalle emozioni che prova mentre legge, dalle sensazioni che scaturiscono da quel suono silenzioso che esiste solo nella sua testa.
Ti fai infine accompagnare verso le ultime lettere, che si avvicinano sempre più inesorabilmente. E mentre queste lettere si alternano in modo quasi casuale, senti il cuore battere, dalla paura, dallo sdegno forse, ma comunque da emozioni, e l'ultima cosa che vorresti a questo punto, sarebbe non dover smettere di guardare simboli fonetici per colpa di uno di interpunzione.
Ti rendi conto che non è come leggere un libro, non conosci chi l'ha scritto, non hai la possibilità di guardare una foto o un ritratto di chi c'è dietro quelle parole che ti hanno colpito - in modo positivo o negativo non importa, visto che sei arrivato alla fine.
Hai la possibilità di scrivere a questa persona, conoscerla davvero, intrattenere una conversazione se ha parlato di cose interessanti, criticarla ferocemente se trovi che abbia scritto assurdità. Ma se gli scriverai, se avrai ancora voglia di leggerlo, vorrà dire che quei significati, quei suoni, hanno instaurato un legame tra voi due. Ed il legame che creano alcune parole sono difficili da riprodurre.
Fatto sta che se ha lasciato qualcosa nel tuo cuore, l'ha fatto forse nel modo più nobile: regalando un'emozione senza chiedere nulla in cambio.

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