Inizi a leggere,
leggermente controvoglia, il testo di
uno sconosciuto che scrive per conto
suo, di affari suoi, di suoi aneddoti. Man mano che scorri i periodi, che vai avanti, ti rendi conto
che quello che stai leggendo ti affascina un po'.
Ti adagi sulle frasi di questo Nessuno e ti lasci cullare, seguendo il suono cavernoso ed
intrinseco che esse lasciano rimbalzare nella tua mente; ti lasci prendere, ti
lasci sbandierare da quello che c'è scritto, donandogli un significato solo
tuo, differente da quello che l'autore
voleva dare, ma non per questo meno puro o ragionevole - d'altronde è per
questo che si scrive, per donare emozioni, o cercare di raccoglierle, e poco
importa se sono discordanti da quelle che si avevano in mente al momento della
stesura. Dopotutto una canzone può sembrare allegra in un momento, e dolorosamente
triste l'attimo successivo o tra un mese; così come un colore può sembrare
malinconico o brillante a seconda del nostro stato d'animo; ed una fotografia
in bianco e nero può esprimere facilmente il calore.
Un istante dopo
oscilli tra i significati che quelle parole,
disposte, magari anche scelte, in un modo così particolare, suscitano in te,
per creare quindi una nuova impressione. Ormai sei lì dentro, vuoi farne parte
e non puoi uscirne: ti sei fatto rapire. Non te ne accorgi, ma se anche così
non fosse non sarebbe un problema, perché quel momento è esattamente come
vorresti che fosse; sei proprio dove vorresti essere. Trasportato in un mondo
parallelo, che anche se esiste solo su un foglio o su uno schermo, vive
davvero. È il tuo mondo, proprio il tuo in quel momento e non vuoi che nessuno
ti disturbi, o meglio, non permetterai a nessuno di alterartelo.
Il bello è che ogni
persona che legge qualcosa crea il suo mondo, generato dal suo punto di vista,
dalle sue impressioni, dalle emozioni che prova mentre legge, dalle sensazioni
che scaturiscono da quel suono silenzioso che esiste solo nella sua testa.
Ti fai infine
accompagnare verso le ultime lettere,
che si avvicinano sempre più inesorabilmente. E mentre queste lettere si
alternano in modo quasi casuale, senti il cuore battere, dalla paura, dallo
sdegno forse, ma comunque da emozioni, e l'ultima cosa che vorresti a questo
punto, sarebbe non dover smettere di guardare simboli fonetici per colpa di uno di interpunzione.
Ti rendi conto che
non è come leggere un libro, non
conosci chi l'ha scritto, non hai la
possibilità di guardare una foto o un ritratto di chi c'è dietro quelle parole che ti hanno colpito - in modo
positivo o negativo non importa, visto che sei arrivato alla fine.
Hai la possibilità di
scrivere a questa persona,
conoscerla davvero, intrattenere una conversazione se ha parlato di cose
interessanti, criticarla ferocemente se trovi che abbia scritto assurdità. Ma
se gli scriverai, se avrai ancora voglia di leggerlo, vorrà dire che quei significati, quei suoni, hanno instaurato un legame tra voi due. Ed il legame che creano alcune parole sono difficili da
riprodurre.
Fatto sta che se ha
lasciato qualcosa nel tuo cuore, l'ha fatto forse nel modo più nobile:
regalando un'emozione senza chiedere nulla in cambio.
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