domenica 14 ottobre 2012

La prima notte fredda


Ancora una volta ritorno tardi, stanco dalla serata con gli amici, ancora una volta mi ritrovo sorpreso dai miei pensieri guardando il cielo,  e ancora una volta mi ritrovo a non poter fare a meno di sedermi al computer e scriverli e a parlare di quanto mi influenzino gli agenti atmosferici.
Questa è la prima notte fredda, la prima dopo una lunga estate, molto calda, ma anche molto strana che ancora non so se definire tra le migliori o le peggiori della mia vita. Di sicuro indimenticabile. La prima notte fredda dopo due begli acquazzoni vecchio stile che hanno riportato un po’ di frescura, finalmente, in un ottobre romano che ha un po’ abusato della caratteristica ottobrata. Finalmente comincia a rinfrescare, a salire il vento, a spingere le nuvole, a spazzare il cielo.
Ogni sera, nella brevissima passeggiata che mi porta dal parcheggio al cancello di casa prendo in mano le chiavi, le scorro tutte in cerca di quella giusta - mi piacciono le mie chiavi, mi danno un senso di stabilità; mi sbrigo in questa operazione, così posso rivolgere lo sguardo al cielo e vedere se la notte mi lascia osservare le stelle che ogni volta mi sembrano meno lucenti e che ogni volta cerco di ritrovare. O la Luna, bella imponente, pura, casta, linda e sincera, se si nasconde timida dietro una nuvola, se mi sorride allegra, o si mostra in tutta la sua regalità.
Stanotte il vento in alta quota ha cancellato ogni residuo di nube lasciando spazio ad una limpida volta celeste che sembrava lucidata per l’occasione, per la prima notte fredda.  Bello stanotte il cielo, bella questa notte.
E stanotte, come tutte le altre, mi sono girato per un attimo verso la macchina per controllare se l’avessi chiusa. E sono rimasto estasiato, più di altre accorgendomi delle mille luci verso il mare, che forse, proprio per il nuovo freddo, sembravano più splendenti. Ma in qualche modo oscuravano la bellezza delle luci provenienti dal cielo.
Ho immaginato per un attimo, veramente per un tempo  brevissimo, che tutte le luci al di sotto della linea dell’orizzonte si spegnessero, che non inquinassero la scintillio di quelle mille lucciole attaccate alla volta celeste che molto spesso ci raccontano una storia, ma che non possono tenerci compagnia sempre. Ho immaginato che rimanessero accese solamente le stelle, più brillanti che mai, a rendere meno scura la notte, meno nero il cielo. Ho sognato che per un istante le cose si invertissero, si capovolgessero; la terra il cielo e le luci le stelle.
Finalmente da stanotte ricomincia a fare freddo, e ci penserà il freddo a riaccendere un po’ le stelle nelle notti gelate. Si ricomincerà a sentire l’odore del freddo e di rugiada alla mattina. Finalmente ritorna il freddo, perché, parliamoci chiaro, non è notte senza coperta così come non è inverno senza qualcuno che ci scaldi e ci faccia notare con la sua assenza che la temperatura si sta abbassando.

1 commento:

  1. Oltre la pioggia, abbiamo in comune la malia per la Luna, che cito spesso nel mio blog, per la notte e per il freddo.
    Comincio a pensare di avere una doppia personalità e forse ho due blog:))
    Ciao.

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