lunedì 27 febbraio 2012

And the Oscar goes to...


Meryl Streep e Jean Dujardin
migliori attori
La nottata di ieri è stata quella tanto attesa. La consegna degli Academy Awards si è svolta tranquillamente e per fortuna che l’ho registrata perché altrimenti mi sarei addormentato di certo. E sono riuscito nella missione impossibile di non sapere chi fossero i vincitori fino a quando non l’ho visto. Internet, telegiornali, radio sono stati sapientemente oscurati e alla fine sono riuscito a non rovinarmi la sorpresa. Sai quale sorpresa poi. Hanno vinto più o meno tutti i più favoriti a partire da Queen-Meryl, ad arrivare poi ad un attore che non poteva non vincere facendo il lavoro doppio di interpretare un personaggio solo con la sua figura, vale a dire senza parole. Quasi tutti i pronostici sono stati rispettati e alla fine mi reputo soddisfatto per questa tornata oscaresca. Come si prospettava sono stati principalmente 2 i film a spartirsi l’omino dorato: “The Artist” si è portato a casa i premi considerati più importanti e di maggiore rilevanza mediatica (film, regia, attore protagonista, colonna sonora e costumi), mentre “Hugo” quelli tecnici, considerati più importanti per gli addetti ai lavori (fotografia, scenografia, effetti visivi, sonoro e montaggio sonoro).
Gli altri due premi importanti per le sceneggiature sono state assegnate, anche in questo caso con poche sorprese, rispettivamente a “Midnight in Paris” di Woody Allen per quella originale, e a “TheDescendants” per quella adattata. E quel vecchio volpone di Christofer Plummer porta a 82 l’età per avere il record di attore premiato più anziano.
Sono solo dispiaciuto per George che se ne torna a casa a mani vuote, anche se accompagnato dalla bionda. Mi dispiace El, ma quella ti da una pista. Di tutti i film che erano candidati ne ho visti ben pochi, e quindi il mio giudizio personale si basa puramente su un’idea che ho dei film, e non sulla reale impressione che ho avuto vedendoli, purtroppo. Da discreto appassionato di cinema, presto potrò fare anche quello.
Alla fine sono contento, dai. Anche se ha vinto il francese dal sopracciglio assassino, che detto francamente ha proprio la faccia da rubacuori guascone. Gli mancano soltanto i baffetti, il baschetto, la maglia a righe orizzontali bianche e nere, le culottes e la baguette sotto braccio e la fotografia dello stereotipo del perfetto francese è fatta in un attimo.
Dante Ferretti  e Francesca Lo Schavo
Però ha vinto anche (o meglio il suo film ha vinto) una persona che proprio mai avrei pensato potesse avvicinarsi alla statuetta, nonostante lo reputi un buonissimo attore. Sto parlando del signor Jason Segelaltrimenti noto al gran pubblico delle sit-com come Marshall Eriksenn. Eh già, chi l’avrebbe mai detto. Eppure i suoi “Muppets” si sono portati a casa il premio per la miglior canzone. Non c’è bisogno che mi facciate notare che erano solo 2 i nominati per quella categoria. Tanto avrebbe vinto lo stesso.
Una menzione d’onore devo farla però ai nostri connazionali Dante Ferretti e Francesca Lo Schiavo. Anche loro hanno ricevuto l’onore di vincere l’Academy Award con Hugo. L’hanno vinto solo altre 2 volte, una cosetta così insomma. Sì, lo ammetto, ho esultato quando la leggenda Tom Hanks ha letto i loro due nomi in quella busta; e sì, mi sono emozionato un bel po’ quando Francesca Lo Schiavo ha detto quella frase, che per qualche motivo non ancora ben decifrato porterò dentro con me e che mi ha fatto così tanto effetto: “This is for Martin, and for Italy!”

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